Con la partecipazione della più celebre coppia di Hollywood in veste di mascotte.

venerdì 27 giugno 2014

Intervista a Daniele Picciuti e Laura Platamone

Arrivo all’appuntamento con qualche minuto di anticipo. Lui ancora non c'è. Il posto è questo: “di fronte alla libreria Arion, a Cinecittà 2”, così ha detto. Avevo temuto che mi avrebbe dato appuntamento in un cimitero. No: Cinecittà 2. Meglio così. Da dove arriverà? Dalle scale mobili? Dal corridoio di destra o da quello di sinistra? Non devo farmi vedere nervoso: guardo la vetrina come se niente fosse. DVD di ogni tipo. Ma questa non è una libreria? E i libri dove stanno? Ah, eccoli lì nell’altra vetrina... Che roba: sono tutti uguali! In vetrina c'è solo una schiera di copie del thriller fantastorico del momento. Possibile che...


− Ciao, Gianluca!

Trasalisco. È lui. È qui. Come ha fatto? Da dove è arrivato? Un istante fa non c’era! Deglutisco. Sorrido. Non voglio fargli vedere che ho paura, anche se colui che ho davanti è l’indiscusso re romano dell'Horror, l’uomo che è stato a bordo della Mary Celeste, l’editore che ha evocato John Polidori dal regno delle ombre e conosce gli oscuri segreti della Luna. In altre parole: Daniele Picciuti!

− Ciao, Daniele! Ti va un caffè?

− Sì, grazie. Un Nero Cafè.

Il Picciuti è rilassato e amichevole. Prendiamo posto a un tavolo. Prendiamo anche un aperitivo dal costo extrasolare. Meno male che sono inclusi gli stuzzichini.

Prof: Parliamo di te. Il tuo interesse per l'horror e per il thriller è di tipo puramente letterario o... affonda le sue origini nella tua storia personale? 

DP: Dovresti chiederlo a qualcuno di quelli che ho seppellito nel giardino di casa. Ah già, sono morti. Vabbè, puoi sempre evocarli. Lo sai fare, vero?

Prof: Ehm... Parliamo dei tuoi romanzi e racconti.

DP: Tanti racconti ormai sparsi in fin troppe antologie e poi due raccolte personali, ma da adesso in avanti ci saranno quasi solo romanzi. Sto tentando di evolvermi.

Prof: Come sono nati Nero Cafè e Nero Press? Come sei arrivato al mondo dell'editoria? 

DP: Ci sono arrivato per sbaglio. O per caso. O per colpa di Laura Platamone, chi può dirlo? Nero Cafè era un blog quando vi approdai, Nero Press invece è il marchio che abbiamo messo in piedi poco dopo, io, Laura e l'altro socio fondatore all'epoca, Marco Battaglia.

Prof: Parliamo di Minuti Contati. Che cos'è?

DP: Il concorso letterario a tempo più veloce e spietato del web. Nessuno può vantarsi di essere uno scrittore se non vi ha mai partecipato. Mi correggo: se non ne è uscito vivo.

Prof: E se un autore esaurisce il tempo a disposizione e non riesce a completare il racconto, in che modo viene punito? Viene maledetto? Subisce l’amputazione di un dito?

DP: Niente è peggio del marchio infamante dell'inadeguatezza. Non c'è peggiore punizione di quella dettata dalle risatine di scherno degli altri autori, dei pettegolezzi crudeli, dei colpi bassi, delle lettere minatorie anonime, dei pacchi bomba...

Prof: Parliamo del Premio intitolato a John Polidori. Perché proprio lui? È vero che hai conosciuto questo personaggio in una vita precedente?

DP: Ovvio che sì. Sto ancora aspettando che mi restituisca la penna d'oca che gli ho prestato. Polidori aveva origini italiane, scrisse un racconto di vampiri quando ancora Stoker faceva stridere gessetti sulla lavagna, che altro aggiungere?


DP: Siamo alla ricerca di thriller, di buoni thriller. E siccome nel normale invio manoscritti non ci è pervenuto nulla di veramente potabile – si può dire potabile? – abbiamo deciso di incentivare la partecipazione in questo modo.

Prof: Parliamo di...

DP: Parliamo del mio compenso. Quant'è il gettone di presenza per questa cosa che stiamo facendo?

− Ehm...

− Salve, ragazzi!

La voce inaspettata mi fa quasi saltare sulla sedia.

− Ciao, Laura!

Laura Platamone è comparsa dal nulla. Ne sono sicuro: un attimo fa ho lanciato uno sguardo da quella parte e non c’era nessuno! Calma, calma. Non devo far vedere che ho paura.

Prof: Ecco Laura Platamone, il terrore degli autori. Parlaci del tuo ruolo di editor presso la Nero Press.

LP: C'è chi dice “io non sono cattiva, è che mi disegnano così”... dilettanti. Io Sono cattiva e nessuno ha mai osato disegnarmi, o se la vedrebbe brutta.

Prof: È vero che tutti gli scrittori che hanno osato dribblare le tue indicazioni sono scomparsi misteriosamente? 

LP: No, questa è un'ingiusta falsità. Qualcuno è ancora vivo, ma solo per poter raccontare in giro delle indicibili torture cui è stato sottoposto. Ci vuole pur sempre qualche testimone per tenere alta la mia reputazione.

Prof: Parliamo di editoria. Cosa sta succedendo in Italia?

LP: Succede che tutti scrivono e pochi sanno farlo. La mia missione è punire i primi e scovare gli altri per rendergli il giusto onore. Non sono poi così crudele se uno sa far bene quello che dice di saper fare.

L’intervista è finita. La strana coppia della letteratura nera italiana si allontana. Li seguo con lo sguardo e li vedo passare attraverso i clienti del centro commerciale senza che questi se ne accorgano. Un attimo dopo non ci sono più: svaniti. Il cameriere mi si avvicina e mi fa:

− Ha finito di rimpinzarsi di stuzzichini? Non si vergogna? Se ne sta qui da mezzora, e, da solo, ha mangiato almeno per tre! 

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